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Chiamami col tuo nome: ?una storia di nascita dell'identità e della sessualità

Chiamami col tuo nome: ?una storia di nascita dell'identità e della sessualità
a cura di A. Campanella*

Siamo nella campagna del Nord Italia dei primi anni Ottanta, Oliver è uno studente americano alla tesi di post-dottorato in filosofia, ospitato per sei settimane dalla famiglia di Elio, il cui padre, docente universitario di archeologia è solito rendersi disponibile a questo genere di scambi culturali. Elio è un ragazzo che studia musica classica e come ogni adolescente che si rispetti appare a tratti scontroso, annoiato, chiuso in un proprio mondo di fantasie e affascinato dal mondo delle ragazze.
Oliver è il tipico giovane americano di bell'aspetto, atletico, che sembra incarnare l'antico motto greco κα?λο?? κα?ι α?γαθο?? (kalos kai agathos), ovvero bello e buono; è estroverso, sicuro di sé, più a suo agio con chiunque rispetto a quanto sia Elio, il quale, nonostante conosca tutti da una vita non riesce a lasciar fluire la propria spontaneità nei rapporti. Oliver piace a tutti e questo è motivo prima di un fastidio, poi di un'invidia e infine di desiderio in Elio. Il giovane inizia prima a prendere spunto dagli atteggiamenti di Oliver e riesce così a tirare fuori maggiore sicurezza e istintività; ha i primi rapporti con una coetanea, ma al centro dei suoi pensieri c'è sempre l'americano. Con quel misto di desiderio e goffaggine, Elio tenta un primo approccio ad Oliver, il quale, cercando di mantenere il controllo razionale sull'emotività, lo rifiuta. Ma come in un'antica novella medioevale letta dalla madre, Elio e Oliver sostano nel dubbio se sia meglio "Parlare o tacere a costo di morire?"; alla fine le emozioni parlano e i due passano un'intensa notte insieme. Oliver chiederà a Elio di chiamarlo col suo nome ed egli chiamerà Elio con il proprio. Questa celebre frase, da cui deriva il titolo del film, è la sintesi perfetta di ciò che ci accade nell'innamoramento: l'altro, prima sconosciuto ed estraneo, diventa parte di me, mi riconosco in lui, mi identifico, mi rispecchio e posso allora chiamarlo col mio nome. La sessualità diventa allora lo strumento psicosomatico, perchè coinvolge corpo e psiche, per costruire quell'intimità con l'altro e con me stesso, per scoprire chi autenticamente si è, e questo a prescindere dalla meta sessuale.
Dall’analisi di realtà ed epoche diverse si comprende come sia la sessualità sia i comportamenti e attitudini sessuali siano storicamente e socialmente determinati; la riprova di ciò si ritrova anche nella definizione operativa di sessualità data dall’OMS (2006): “... Un aspetto centrale dell’essere umano nel corso della vita che comprende sesso, identità e ruoli di genere, orientamento sessuale, erotismo, piacere, intimità e riproduzione. La sessualità è vissuta ed espressa in pensieri, fantasie, desideri, credenze, atteggiamenti, valori, comportamenti, pratiche, ruoli e relazioni. Anche se la sessualità può includere tutte queste dimensioni, non tutte sono sempre esperite o espresse. La sessualità è influenzata dall’interazione dei fattori biologici, psicologici, sociali, economici, politici, culturali, giuridici, storici, religiosi e spirituali.”
La sessualità umana è straordinariamente malleabile e si organizza in molti modi; ciò che conta è come il desiderio viene compreso e quindi vissuto. La relazione omosessuale tra Oliver e Elio, diventa un percorso di iniziazione alla propria identità per i protagonisti. Negli anni si sono susseguiti più tentativi di trovare una spiegazione della scelta in merito all'orientamento sessuale. La scienza è andata a cercare l'esistenza di geni specifici, mentre la psicoanalisi è andata a cercare le possibili evoluzioni psichiche del soggetto.?Jung è convinto che uomini e donne abbiano dentro di sé elementi bisessuali che necessitano di essere integrati, piuttosto che negati; egli considera la psiche umana come una entità complessa, formata da dimensioni energetiche maschili e femminili, qualunque sia il sesso biologico. Del resto anche il nucleo delle cellule primarie contiene biologicamente entrambe le caratteristiche di genere e siamo potenzialmente sia maschi che femmine fino al quarantesimo giorno dopo la fecondazione dell’uovo. Pur mostrando nella costruzione della Persona la prevalenza di una parte sull'altra, ognuno contiene in sé la dimensione archetipica opposta, sprofondata nell'inconscio e dunque in ogni uomo c’è un aspetto femminile e in ogni donna un aspetto maschile, che viene fantasmaticamente proiettato sul partner della nostra relazione
Il processo individuativo, junghianamente parlando, chiede che ognuno riconosca la propria controparte psichica (Animus, l’energia maschile presente nella psiche delle donne, Anima, l’energia femminile presente nella psiche maschile) e che integri il suo aspetto conscio, elaborando al meglio il versante inconscio. Animus e Anima sono elementi complementari, che ogni individuo deve necessariamente coniugare in sé se vuole arrivare a sviluppare una personalità completa. L’integrazione delle due parti complementari porta verso il Sé, o ‘personalità integrale’, unità organica di tutti gli elementi della psiche, per cui il singolo diventa un’entità maggiormente responsabile e creatrice sul piano del mondo. L’immagine alchemica della coniunctio oppositorum, il Rebis, re e Regina insieme, rappresenta la meta, la pacificazione degli opposti, la loro integrazione, l'approdo a una dimensione di androginia della psiche. Al contrario, pesanti problemi si hanno quando il soggetto si identifica a tal punto con la sua maschera sociale da non essere più cosciente di se stesso e naufragare in schemi stilizzati, distruttivi di qualunque integrazione, o quando rifiuta la controparte psichica unilateralizzandosi e operando una scissione inconscia.
Partendo da uno dei pochi passi in cui Jung parla di omosessualità, tratto da “Sull’Archetipo, con riguardo al concetto di Anima”, 1936: "... il giovane, crescendo, deve potersi liberare della fascinazione dell'Anima che la madre esercita. Vi sono delle eccezioni: esse riguardano in particolare gli artisti, in cui il problema si pone spesso in maniera notevolmente diversa e sfocia nell'omosessualità, di regola contraddistinta da un'identità con l'Anima. Data la nota frequenza di questo fenomeno, è molto problematico interpretarlo come una perversione patologica. Dai risultati dell'indagine psicologica sembra trattarsi piuttosto di un distacco incompleto dall'archetipo ermafroditico, unito a una netta resistenza a identificarsi con il ruolo di essere sessuale univoco. Una simile disposizione non è da giudicarsi negativa in tutte le circostanze, in quanto preserva il tipo dell'uomo primigenio che va entro certi limiti perduto nell'essere univocamente sessuato."
Nell'approccio ecobiopsicologico viene spontaneo porsi domande, da declinare nell’ottica del complesso: nelle persone omosessuali è presente a livello psichico un'identificazione unilaterale con una delle dimensioni archetipiche di Anima (per il maschile) e Animus (per il femminile)? E se così fosse, è differente da unilateralizzazioni presenti a livello psichico in soggetti eterosessuali? Forse più che occuparci della scelta dell'oggetto sessuale in una dimensione corporea, appare più opportuno riflettere se esista una omossessualità psichica che racconta di un percorso individuativo bloccato rispetto al raggiungimento dell'integrazione degli opposti. Quali informazioni si possono ricavare in merito alla formazione del senso di sé e dei modelli operativi interni che guidano il soggetto nelle relazioni? Forse converrebbe considerare l’omosessualità, così come l’eterosessualità, come una delle possibili variabili in cui si esprimono la sessualità e l’affettività dell’uomo, per tanto, come ben suggerisce Lingiardi (1997), sembra più opportuno parlare delle omosessualità, sintonizzandosi più sul particolare e unico percorso di formazione dell'identità del singolo.

Bibliografia:
Frigoli D., Il linguaggio dell'anima, ed.Magi, Roma, 2016?
Jung, C.G. , "Sull’archetipo con particolare riguardo al concetto di Anima", in Opere, vol. 9*, "Gli archetipi e l’inconscio collettivo", ed. Bollati Boringhieri, Torino, 1980
?Lingiardi V., "Citizien gay, Affetti e diritti". Il Saggiatore, Milano, 2012

*Dott. A.berto Campanella, psicologo, psicoterapeuta