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"Crescete e moltiplicatevi" o forse no? La sterilità e l'infertilità di coppia

"Crescete e moltiplicatevi" o forse no?  La sterilità e l'infertilità di coppia
a cura di M. Ortuso*


 Negli ultimi anni si è registrato un drastico calo delle nascite; il Ministero della Salute nel 2016 ha reso noto che 1 coppia su 5 fatica a concepire e sono sempre più diffuse le condizioni di infertilità e sterilità.  Cominciamo con il cercare di dare una definizione delle due condizioni: la sterilità è quella situazione in un cui uno o entrambi i componenti della coppia sono affetti da una condizione fisica permanente che non rende possibile il concepimento. Mentre parliamo di infertilità quando una coppia a seguito di rapporti non protetti finalizzati alla procreazione non arriva a portare a termine una gravidanza. L'infertilità, a differenza della sterilità, non è una condizione assoluta ma legata a più variabili su cui si cerca di intervenire, come accade ad esempio nei percorsi di fecondazione assistita.
Tra i fattori causali della sterilità femminile più frequenti possiamo ricordare le disfunzioni ovulatorie (tra le più gravi l'ovaio policistico), disfunzioni tubariche, alterazioni del muco cervicale e l'endometriosi. Per quanto riguarda la sterilità maschile possiamo ricordare le condizioni patologiche dell'oligozoospermia e dell'azoospermia, le qualli a loro volta sono correlate ad altri antecedenti patologie che alterano la struttura e la funzione del testicolo, quali il varicocele e il criptorchidismo o le disfunzioni erettili.
Quando il figlio non arriva, si inizia un iter diagnostico nel piano del corpo che possa spiegare secondo i principi di causa-effetto la condizione di mancato concepimento. Nel modello ecobiopsicologico si cerca invece di ascoltare il linguaggio analogico del corpo, il quale racconta storie di vita condensate dietro fisiologie alterate.
Quale storia racconta ad esempio un corpo di donna con una disfunzione ovarica? Chiaramente non possiamo trovare una risposta univoca senza peccare di riduzionismo, ma possiamo avanzare ipotesi aperte, da verificare poi con le singole pazienti. Sappiamo che ovaie e utero sono organi caricati da fantasie specifiche e possono diventare palcoscenico di conflitti inconsci rispetto al tema della femminilità e della maternità. Ogni ovulo giunto a maturazione rappresenta su un piano biologico una possibilità di vita. In alcune condizioni fisiologiche alterate, ad esempio, il follicolo non giunge a maturazione, non rilascia l'ovulo, il quale resta chiuso, incistato. Nell'ecobiopsicologia noi ci poniamo la domanda se quell'ovulo è solo un progetto di vita biologico o parla in termini analogici di una progettualità più "sottile", che potremmo chiamare creatività, a cui la persona tende ma che non trova compimento. Esiste quindi un aspetto di fecondità bloccato nel piano del corpo e in quello dell'anima? Ogni donna per poter essere madre deve poter essere stata una figlia amata, accudita e sostenuta nella crescita, deve  essersi identificata e differenziata dalla propria madre per poter costruire la propria identità di donna. L'arrivo delle mestruazioni racconta la maturazione del corpo e l'accesso alla capacità generativa biologica, che a volte non va non di pari passo all'evoluzione della coscienza e alla possibilità di entrare in rapporto con la funzione generativa della vita in senso più ampio.
Nel caso dell'uomo, che riflessioni possiamo avanzare? Come per la donna, anche per l'uomo, per accedere alla propria funzione riproduttiva e progettuale deve esserci stato un antecedente processo di costruzione dell'identità maschile solido. Di fronte a spermatozoi che faticano a muoversi, non prodotti, o dalla morfologia deviante, potremmo analogicamente ipotizzare una difficoltà di differenziazione di una psiche dalla totalità uroborica primigenia dell'inconscio e un mancato orientamento fecondo e fecondante della stessa? Corpi di donna e di uomini che in un certo senso sono muti, ma il cui silenzio racconta molto a chi si pone in ascolto. L'idea di un figlio pone inconsciamente ognuno a ripercorrere il proprio percorso di crescita e di definizione di sè: siamo sufficientemente diventati "Uno" per poter incontrare un "Due", "un Altro da me", con cui unirmi per poter dare origine a un "Terzo"?  Il concepimento nel piano del biologico avviene attraverso l'incontro tra i gameti femminili e i gamenti maschili. Secondo Jung, ogni psiche umana ha una dimensione maschile e una femminile, ha un'origine androgina,  ma con la strutturazione della Persona un assetto diventa dominante e l'altro sprofonda nell'inconscio. Nella relazione di coppia, tale assetto inconscio viene proiettato sul partner e si ha la possibilità di una nuova integrazione trasformativa di esso. Anche il concepimento psichico,  ovvero la nascita di un'idea, di un progetto creativo, avviene grazie alla costruzione di un incontro dialettico delle nostre parti interne maschili con quelle femminili, spesso mediato da danze di proiezioni e introiezioni all'interno delle nostre relazioni.
Una condizione psicosomatica di inferiilità o sterilità, pone la mente ecobiopsicologica di fronte non solo alla ricerca di cause biologiche prossime, ma anche alla ricerca di un senso della stessa, ovvero di come "il qui e ora" sia legato ad un origine ma soprattutto a una prospettiva futura. Molto spesso di fronte alla diagnosi si fa largo un forte vissuto di "difettosità", che mina l'autostima, che si ripercuote nelle dinamiche di coppia e richiede una profonda revisione del senso di identità personale e di coppia. La crisi diventa allora l'inizio di un percorso di trasformazione. In una psicoterapia ecobiopsicologica, si costruisce un campo interattivo dove non solo si ascoltano le parole esplicite della memoria autobiografica, accogliendo il vissuto depressivo rispetto al tema del figlio, ma anche quelle della memoria implicita del soggetto. Partendo dall'ascolto di quel senso di difettosità, il terapeuta cerca di sintonizzarsi sulle radici di esso, ovvero su quei modelli operativi interni base della struttura identitaria di ognuno. La psicoterapia ecobiopsicologica diventa quell'esperienza emotiva riparativa e trasformativa, all'interno della quale torna a fluire l'energia feconda del Sè del soggetto, che nasce a se stesso, si trasforma e mostra le proprie potenzialità generative e creative. Con la società moderna e la diffusione dei metodi contraccettivi si è passati dalla possibilità, imprevedibile ma sempre presente, di concepire ad ogni atto sessuale, all'illusione che la procrezione sia sotto il nostro controllo volontario e al di là di ogni limite. Negli ultimi decenni abbiamo visto aumentare il numero delle coppie infertili e di quelle esperienze di ripetizione infinita di cicli di procreazione medicalmente assistita o di gestazioni portate a termine da donne a cui madre natura l'avrebbe vietato: siamo nell'era del figlio ad ogni costo. Nella nostra società, la coscienza collettiva sta rischiando di perdere l'aspetto numinoso e misterioso della generatività, affidandolo alla mera τ?χν? (tecne) rappresentata dalla medicina? Si sta riaffacciando  il famigerato fantasma di un desiderio di partenogenesi? Nei miti cosmogonici più antichi ritroviamo sempre Grandi Madri, nel cui grembo tutto è contenuto ma caotico e da cui tutto ha origine: stiamo ritornando a una riproduzione asessuata, a uno stadio psichico arcaico ovvero del matriarcato?
Il campo archetipico della Grande Madre vede la presenza di un Io che potremmo definire infantile, che è ancora inglobato dai processi dell'inconscio, che si lascia "covare". Lo stadio matriarcale è l'origine del percorso, che deve evolvere, lasciarsi penetrare e assimilare un contenuto perchè il concepire allusivo e circolare diventi un capire orientato e orientante. Ogni campo archetipico ha però anche un assetto prospettico, a ogni concepimento segue una gravidanza e una nascita, ogni coscienza embrionale tende alla trasformazione.
Forse l'attuale coscienza collettiva è catturata dagli aspetti terribili e mortiferi della Grande Madre, che come ci ricordano i miti governa la fecondità e la sua assenza, nel piano dell'infrarosso e dell'ultravioletto, ma ogni crisi è anche l'opportunità di un cambiamento, in risonanza all'eterno moto degli opposti mostrato da Jung.

Bibliografia
Conversano C., Valentino W., Lensi E., Cela V., Artini P.G., Genazzani A.R., "Dalla diagnosi di sterlità/infertilità ai protocolli di procreazione assistita: vissuti psicologici delle coppie sterili", Giorn. It. Ost. Gin., Vol. XXIX - n.3, Marzo 2007
Cracolici F., Riviello C., Infertilità di coppia e procreazione assistita. Tecniche di agopuntura e medicina cinese, Editore CEA, 2014
Frigoli D., Il linguaggio dell'anima. Fondamenti di Ecobiopsicologia, Ed. Magi, Roma, 2016
Jacobi J. La psicologia di C.G.Jung, Bollati Boringhieri, Torino, 1973
Mazzoni E., Le difettose, Einaudi, Torino, 2012
Neuman E., La Grande Madre, Astrolabio-Ubaldini, Roma, 1981

*A cura della dott.ssa Mara Ortuso, psicologa, psicoterapeuta