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Fondamenti Teorici

Formazione Psicoterapica Ecobiopsicologica dell'Istituto Aneb di Milano

 

 

Nell’ambito della ricerca scientifica, dalla medicina alla fisica, dall’antropologia alla psicologia, emerge sempre di più il concetto di relazione come principio fondamentale alla base del fenomeno vita.

La nuova visione della vita è dunque sistemico-complessa, ossia non basata soltanto sull’analisi delle strutture, ma anche e soprattutto sull’analisi delle relazioni tra le strutture stesse: e i processi specifici che ne stanno alla base.
Per esempio, da una parte, gli studi più recenti di epigenetica sottolineano quanto l’espressività genica del DNA sia influenzata dall’ambiente a cui si rapporta (nutrimento, emozioni, stress, etc…), dall’altra il mondo della psicologia evidenzia quanto la soggettività dell’individuo sia in relazione all’ambiente affettivo, sociale e culturale in cui cresce. In quest’ottica non è più auspicabile considerare la persona umana se non come una entità complessa in cui la dimensione corporea, psichica, sociale e antropo-culturale sono inseparabili.
Come è possibile dunque in psicoterapia rapportarsi a un individuo che presenta un disagio tenendo presente che esso è inserito in questa complessa rete di relazioni?
 

Da queste premesse concettuali e dalla ricerca clinica nasce l’Ecobiopsicologia, che si pone come una nuova disciplina nel panorama della complessità, in grado di porre in relazione i codici semiologici delle infinite forme del mondo vivente e i loro particolari linguaggi (aspetti ecologici) con gli analoghi linguaggi del corpo umano, che sedimenta in sé la filogenesi del mondo (aspetto biologico), per poi ritrovare tale relazione fra “mondo” e “bios” umano negli aspetti psicologici e culturali dello stesso, grazie ai miti, alla storia delle religioni e alle immagini collettive dell’umanità (aspetto psicologico) .

I fondamenti  teorici-clinici della metodologia insegnata nella Scuola di Psicoterapia Istituto ANEB sono:

1.  Gli studi più recenti della psichiatria psicodinamica (Gabbard G., Psichiatria Psicodinamica, Cortina, Milano, 2007) a confronto con  la teoria dell’attaccamento (Fonagy P. Psicoanalisi e teoria dell’attaccamento, Cortina, Milano, 2002; Riva Crugnola C. (a cura di), Lo sviluppo affettivo del bambino, Cortina, Milano, 1993).

2. Le neuroscienze (Maturana H., Varela, F, Autopoiesi e cognizione, Marsilio, Venzia,1988; Siegel D., La mente relazionale, Cotina, Milano 2001)  a confronto con l’epigenetica (Lipton B., La biologia delle credenze, Macro ed., Cesena, 2006).

3. I più recenti studi di psicosomatica (Taylor G., Medicina psicosomatica e psicoanalisi contemporanea, Astrolabio, Roma, 1993) a confronto con l’epistemologia della complessità (Capra F., La scienza della vita, Rizzoli, Milano, 2002).

4. La psicologia analitica di Jung esplorata nelle nozioni chiave dell’inconscio collettivo, degli archetipi, del Sé, della funzione simbolica e del principio di individuazione (Jung C.G., Vol. VIII, Opere, Bollati Boringhieri) a confronto con gli studi sull’immaginario (Durand G., L'immaginazione simbolica, Il pensiero scientifico, Roma, 1977).

 

L'obiettivo della Scuola di Psicoterapia ad indirizzo Ecobiopsicologico

La psicoterapia a indirizzo ecobiopsicologico viene praticata e insegnata presso l'Istituto ANEB con il seguente obiettivo: mettere i terapeuti in condizione di comprendere e fornire risposte adeguate al disagio psichico, psicosomatico e relazionale che viene portato dai pazienti “di oggi”. La formazione addestra al trattamento delle forme di sofferenza psichica considerate tradizionali, come nevrosi, disturbi di personalità e dello spettro ansioso e depressivo, situazioni post-traumatiche, ma anche all’incontro con pazienti che esprimono il loro disagio in forme meno evidentemente “psicologiche”, e in particolare attraverso il corpo.

In quest’ottica la teoria e la pratica della psicoterapia ecobiopsicologica guardano alla persona umana come a una entità complessa in cui la dimensione corporea, psichica, sociale e antropo-culturale sono inseparabili. Per tale motivo, è necessaria una nuova concezione dell'apparato psichico che concepisca la psiche stessa come profondamente e inestricabilmente legata alla dimensione corporea. Più precisamente, l'uomo (sia nell'esperienza della salute che in quella della malattia) va visto come una unità complessa e articolata formata dalle dimensioni psichica, somatica, relazionale e sociale, nonché dalla sua storia che non è solo personale e familiare, ma anche ontogenetica e filogenetica. L’uomo che vogliamo curare è un soggetto che vive in una rete sociale, ma anche in un ecosistema, che influisce sulla sua salute e sulla sua malattia. Concretamente, lo psicoterapeuta formato nell’ambito della ecobiopsicologia riceve nel corso del training anche la preparazione per potersi confrontare costruttivamente, e collaborare nel trattamento dei pazienti, con altre figure sanitarie, in primo luogo i medici, e a muoversi in un’ottica di rete sia nell’ambito della consultazione privata che in quello di strutture sanitarie di varia natura.

 

La Formazione Psicoterapica Ecobiopsicologica

Nell’ambito della Scuola i terapeuti in formazione sono accompagnati a comprendere come l’esperienza della “malattia” si dispieghi su tre piani: il primo è la sofferenza, cioè il dolore psichico e fisico che il paziente porta, e che il terapeuta ha il compito etico di lenire. Il secondo si esprime in una “funzione” psichica o fisica che è alterata, e che l’uomo malato chiede di essere aiutato a restaurare. Infine, la sofferenza ha un senso, è una crisi più o meno grave che investe la mente, il corpo, le relazioni, in qualche modo è anche una domanda, a cui il paziente può arrivare a rispondere, con l’aiuto dello psicoterapeuta.

Per giungere a tale comprensione la psicoterapia ecobiopsicologica integra nel suo metodo la tradizione psicoanalitica, in particolare junghiana, che si accosta alla sofferenza e alla cura prestando attenzione all’esistenza di una dimensione profonda, di un inconscio da cui può scaturire la patologia ma anche la suggestione ad un processo di guarigione e di evoluzione personale. Fa propria l’eredità delle scienze della complessità, che concretamente nel lavoro psicoterapico vuole dire addestramento a vedere l’uomo sofferente da più punti di vista, evitando il riduzionismo biologico, psicologico o sociale a favore di una concezione olistica, in questo senso “complessa”. Integra ciò che sull’uomo e sul suo “funzionamento” ci hanno insegnato le neuroscienze, la teorie dell’attaccamento e del trauma. La pratica psicoterapica ecobiopsicologica che ne scaturisce mira ad accogliere, capire, curare il paziente in una prospettiva simbolica ed analogica: cosa ci dice la sua anamnesi, non solo psichica ma anche medica? Quali funzioni somatiche e psichiche sono state o sono attualmente compromesse, disfunzionali, fonte di sofferenza? Attraverso quale “codice” il suo corpo e la sua mente stanno parlando, stanno chiedendo aiuto, con un linguaggio che lo psicoterapeuta è chiamato a decifrare in un’ottica non riduttiva? Con quali “parole”, con quali metafore il terapeuta può provare a rispondere? Tutto questo è oggetto di formazione nella Scuola di Psicoterapia ANEB.